L’esperienza in una
tazzina di caffè
Il momento del caffè può diventare un’esperienza sensoriale.
Non solo un veloce metodo di risveglio o una carica di energia a metà giornata,
ma un rituale volto ad assaporare a pieno le caratteristiche di questa antica
bevanda. Il segreto è racchiuso nel degustare. Questo termine implica il fare
un’esperienza di gusto anche attraverso gli altri sensi, cogliendo in maniera
completa tutte le caratteristiche di ciò che ci si appresta ad assaporare. Per
vivere al meglio questo momento esistono alcuni piccoli accorgimenti, delle
regole di base per una degustazione del
caffè all’insegna del piacere e del rilassamento.
Vista
L’espresso è noto per la sua caratteristica crema ed è qui
che entra il gioco il primo senso impegnato nella sua degustazione. A prima
vista è possibile valutare la qualità della bevanda da questo primo approccio.
La crema del caffè deve essere fine e omogenea, di consistenza densa e spumosa
e dal colore ambrato. Poi, a seconda della tipologia di caffè, ci saranno
varianti più o meno spesse e brune, nel caso di una miscela robusta, e leggere,
persistenti e striate nel caso di un’arabica.
Olfatto
A differenza della moka, in cui il profumo della
preparazione riesce a pervadere un’intera stanza e oltre, nell’espresso l’aroma
è apprezzabile solo grazie alla tazzina. Appositamente studiata per trattenere
gli aromi volatili, anche grazie alla presenza della crema che ne ritarda il
disperdersi, consente il primo approccio ai profumi sprigionati dalla miscela.
Le sfumature che si possono rintracciare nelle diverse tipologie di caffè sono
di undici tipologie: tostato, caramello, legnoso, tabacco, speziato,
cioccolato, vanigliato, frutta a guscio, agrumato, floreale e fruttato.
Tatto
Il tatto, sembra strano, si può impiegare anche sorseggiando
un caffè. Facendo un po’ di attenzione è possibile sentire una percezione
tattile tra palato e lingua. Si parte dal calore della bevanda, che per essere
assaporata al meglio deve essere intorno ai 67°. Attraverso la lingua è
possibile sentire la corposità del caffè, la viscosità e morbidezza,
l’eventuale presenza di un’astringenza residua dopo averlo deglutito, sintomo
di scarsa qualità o sovra estrazione. Gli aromi si diffondono anche per via
retro nasale dopo la deglutizione.
Gusto
Al contatto con la lingua inizia la parte centrale
dell’esperienza di un buon caffè. Ogni zona della lingua è responsabile della
percezione di un diverso gusto: la punta per il dolce, i lati per l’acidità, il
centro per il salato e l’amaro nella parte retrostante. Ad eccezione del
salato, il caffè può offrire tutti gli altri gusti, specialmente l’amaro, più o
meno intenso, derivante dalla tostatura. Un buon caffè si riconosce soprattutto
dall’equilibrio tra dolce, acido e amaro. Una volta finito l’assaggio, permane
il retrogusto, dato dall’olfatto indiretto, una risposta olfattiva stimolata
dalla respirazione che segue la deglutizione.
A completare il rito della degustazione del caffè c’è l’udito. Non è strettamente legato al
consumo della bevanda, ma all’ambiente in cui solitamente avviene: i rumori del
bar, il tintinnio del cucchiaino e delle porcellane, le voci degli altri
clienti, il soffio volto a raffreddare la tazzina fumante.